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Visitare il castello di Rocchetta Mattei era in programma già da diverso tempo e finalmente siamo riusciti a organizzare…ma con molto anticipo! Le visite sono necessariamente guidate e solamente su prenotazione, per cui è necessario riservare il proprio posto sul sito ufficiale con largo anticipo, nel nostro caso di circa 2 mesi.
Siamo nell’Appennino tosco-emiliano, sopra un’altura in posizione strategica nel comune di Grizzana Morandi sulla strada statale Porrettana che si percorre fino a intravedere la sagoma del castello nascosta tra gli alberi.
Si tratta di una costruzione relativamente recente: la prima pietra per la costruzione del castello è stata posta nel 1850.
Indice dei contenuti
Cesare Mattei, visionario, sognatore, creativo

E soprattutto ricco, così ricco che ricevette il titolo nobiliare di conte nel 1847 da papa Pio IX, a seguito di una donazione terriera per lo Stato pontificio. Prima di descrivere la Rocchetta Mattei, bisogna approfondire la figura del suo ideatore Cesare Mattei. Un letterato che fu anche tenente colonnello e capo dello Stato Maggiore della Guardia Civica Bolognese, ma anche deputato al Parlamento di Roma, ma anche uno dei fondatori della Cassa di Risparmio di Bologna.
L’elettromeopatia
Cesare Mattei fu, infine e soprattutto, un medico autodidatta che elaborò la dottrina dell’elettromeopatia che diventò popolare anche all’estero e a Londra, probabilmente spinto dalle triste vicende familiari che videro la madre morire dopo una lunga malattia. I suoi prodotti venivano preparati segretamente con ingredienti naturali ma una complessa posologia che veniva descritta all’interno di vademecum redatti da lui stesso.
che accompagnavano ogni prodotto.
Nell’elettromeopatia di Cesare Mattei si mescolano omeopatia, su ispirazione delle teorie formulate dal medico tedesco Samuel Hahnemann, fitoterapia, alchimia, elettricità e magnetismo, prevedendo che ciascun segmento del corpo umano fosse dotato di elettricità, metà positiva metà negativa. Con la sua terapia, il conte mirava a mantenere le due sezioni in equilibrio tra loro.

Interessante notare la citazione di Dostoevskij ne I fratelli Karamàzov, quando il diavolo racconta di essere guarito dai reumatismi grazie a un libro e a alle gocce del Conte Mattei.
Rocchetta Mattei
La storia
Nel 1850 sono iniziati i lavori su un precedente complesso medievale e nel 1859 la Rocchetta Mattei era già abitabile, per cui il Conte vi si è trasferito immediatamente, vivendo come un castellano medievale circondato da una corte. Il complesso continuò poi ad essere abbellito per tutti gli anni seguenti, fino alla sua morte nel 1896. Dopo una storia non felice di eredi e amministrazione, è stato acquisito nel 2006 dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna e riaperto al pubblico nel 2015. Attualmente (2025) le stanze private del Conte Mattei, precedute da un ponte levatoio, sono in ristrutturazione.

In realtà il suo scopo primario non era quello abitativo, ma di produzione dei medicamenti dell’elettromeopatia e di luogo di cura e raccoglimento per i pazienti. Sembra che la Rocchetta Mattei abbia ospitato personaggi illustri, tra cui Ludovico III di Baviera e lo zar Alessandro II.
La struttura
Dopo aver parcheggiato l’auto lungo la strada (non è presente un parcheggio privato), si converte in biglietteria il ticket acquistato online e si procede attraverso lo scalone e il cortile di ingresso per recarsi, una quindicina di minuti prima dell’inizio del tour guidato prenotato, nella sala d’attesa dove sono presenti alcuni servizi: shop, caffè, toilette.

La Sala dei Novanta
Si attende l’inizio della visita guidata all’interno di una sala d’attesa un po’ speciale: la Sala dei Novanta, un ampio spazio dallo stile moresco con accenni di architettura italiana medievale e moderna. Qui è presente una grande vetrata ovale recante l’effige di Cesare Mattei.
Nell’idea iniziale di Mattei questa stanza doveva essere un mausoleo dedicato alla Regina Vittoria, ma venne trasformata in sala da ballo dal figlio adottivo Mario Venturoli a inizio Novecento. Si narra però che il nome della stanza derivi dal fatto che Cesare Mattei avrebbe voluto qui festeggiare il compimento dei suoi novant’anni insieme a ottantanove novantenni.

Il cortile
Incontrata la guida, si esce dalla Sala dei Novanta per soffermarsi nel grande cortile dove viene raccontata la storia del castello insieme a quella del suo eclettico proprietario. Si nota al centro una fonte battesimale proveniente dalla chiesa parrocchiale di Verzuno, un tempo utilizzato come fontana.
L’attenzione viene colta anche dall’orologio del castello, uno dei primi dell’epoca a venire alimentato con l’elettricità.

La Cappella
Subito dopo si accede a uno dei luoghi più iconici della Rocchetta Mattei: la Cappella che con il suo stile ricorda la cattedrale-moschea di Cordova in Spagna. Davvero interessante vedere come riescano a convivere elementi architettonici arabo islamici, con quelli del Medioevo italiano. Qui vediamo uno dei primi strumenti musicali presenti nel castello, che la guida accende per l’occasione rendendo il momento molto suggestivo.

Curioso notare come la struttura e gli arredi siano stati realizzati in modo semplice e ingegnoso, gesso e mattoni per archi e colonne, affreschi che simulano i mosaici, tele dipinte sul soffitto a simulare decorazioni e intarsi lignei.

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Il cortile dei Leoni
Uscendo nuovamente all’esterno, si sale al cortile pensile, attraversando un passaggio angusto ma interessante, l’ennesima sorpresa del castello: quello che sembra il tronco di un albero è in realtà una costruzione di calcestruzzo.

Dalla balconata si ammira un bel panorama, sia verso l’interno del castello, con la torre quadrata del Conte, sia verso gli Appennini. Una scalinata conduce a una porta di accesso preceduta da due leoni, preludio di quello che ci attende al di là: il cortile dei Leoni, che richiama il cortile dell’Alhambra di Granada.


Mentre si ammira al centro la fontana con quattro leoni, siamo circondati da un magnifico portico ricco di azulejos, pregiate piastrelle colorate. Sopra agli archi vediamo le formelle che riportano l’immagine della torre della Visione, il logo dei medicamenti Mattei, oltre a un’iscrizione araba che corre lungo tutto il perimetro.

La stanza della musica
A questo punto ci spostiamo momentaneamente in quella che per me è stata una delle stanze più interessanti, quella della musica, dove abbiamo visto antichi strumenti musicali che la guida ha messo per noi in funzione. Un’esperienza fantastica!

La tomba di Mattei
Usciamo e attraversiamo nuovamente il cortile dei leoni per ritrovarci nella loggia della Cappella, nel piano superiore, dove si trova la monumentale tomba contenente le spoglie di Cesare Mattei. Questa è stata realizzata secondo le volontà testamentarie del conte, con riferimenti astronomici, decorazioni simboliche e iscrizioni in latino che ricordano la grandezza del Creato rispetto alla fragilità umana.

Il salone della pace
Si entra quindi nel salone della pace, così chiamato per celebrare la fine della Grande Guerra, una stanza molto luminosa dal lampadario in alabastro e una splendida veduta sulle montagne.


L’ambulatorio del Conte
L’ultima stanza che visitiamo è lo studio/ambulatorio del conte caratterizzato da un soffitto apparentemente di legno che scopriamo, anche qui l’ennesima sorpresa, essere costituito da elementi piramidali in carta.

Anche qui vediamo (e ascoltiamo) degli strumenti musicali di grande pregio, tra cui uno che viene azionato dopo l’inserimento di una piccola moneta e vediamo una teca contenente alcuni medicamenti dell’elettromeopatia di Mattei.
Qui finisce la nostra visita al castello, scendendo di nuovo nel cortile centrale mediante la scala nobile. Prima di tornare a casa è però d’obbligo una sosta golosa presso il vicino caseificio Fior di Latte in località Gaggio Montano dove acquistare ottimi formaggi.
Nota per chi viaggia con i bambini
La visita della Rocchetta Mattei dura circa 1 ora o poco più, la parte con la spiegazione più lunga è all’inizio nel cortile, per il resto si procede spediti spostandosi in diverse stanze. Può essere interessante per i bimbi osservare gli animali in pietra e ascoltare la musica di antichi strumenti musicali, le guide inoltre sono molto coinvolgenti e preparate, abituate anche a un pubblico “più piccolo”. Fasciatoio non presente nella toilette. Consigliato zaino o marsupio per i piccolissimi.
Conoscevi la Rocchetta Mattei e l’interessante storia del suo incredibile proprietario? Hai in programma di visitarla? Fammelo sapere nei commenti!