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Ketchikan è stata l’ultima delle nostre tappe sul territorio dell’Alaska a bordo della bella Radiance of the Seas della compagnia di navigazione Royal Caribbean. Questa cittadina di circa 14mila residenti si ritiene essere stata la prima dell’Alaska, situata in una posizione strategica nella Southeast Alaska Panhandle all’interno della Tongass National Forest, sull’isola Revillagigedo. Come molte località dell’Alaska, anche Ketchikan è accessibile solamente via cielo o via mare.
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Dal momento che si è trattato di una tappa giornaliera, abbiamo diviso le nostre visite in due parti, rientrando sulla nave all’ora di pranzo per pranzare al ristorante self service in modo da mangiare comunque velocemente senza dover spendere troppo per mangiare a terra. I prezzi in Alaska sono abbastanza elevati e l’offerta gastronomica limitata, per cui non ci è dispiaciuto risalire a bordo, l’unico aspetto negativo è che, scendendo a terra due volte, bisogna ripetere i controlli di sicurezza in uscita e in entrata sulla nave.
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Saxman Totem Park
Impossibile sbagliarsi. L’approdo della nave è in posizione centrale, un altro motivo per cui è stato conveniente tornare a bordo per pranzo, e appena scesi si incontra subito il centro visitatori dove poter chiedere informazioni. Noi siamo andati subito a chiedere quale linea di autobus fosse più comoda per raggiungere il Saxman Totem Park, dove fosse la fermata e dove acquistare i biglietti.

Anche in questo caso, difficile sbagliarsi, perché si trattava della fermata più affollata di turisti. La tratta è stata breve, una quindicina di minuti, ed è stato interessante perché abbiamo avuto contemporaneamente una bella infarinata del centro cittadino che abbiamo attraversato.






Una volta arrivati a destinazione, la bimba si è addormentata in braccio e abbiamo esplorato i 25 totem che sono delle repliche di antichi totem rimasti nei villaggi dei nativi.

Qui si trova anche la Beaver Clan House dove si tengono degli show di danze e canti tradizionali, noi non siamo entrati all’interno ma la musica, molto suggestiva, si sentiva anche da fuori, poi c’è un piccolo centro culturale dove vengono intagliati totem, ma si può entrare solo a pagamento e poi si trova anche un negozio di souvenir che vende molti gioielli fatti a mano da artisti nativi.

Al termine della nostra visita, siamo risaliti sull’autobus che ci ha riportato alla nostra nave in tempo per il pranzo.
The Rock
Questo interessante complesso di statue prevede 7 figure in bronzo a simboleggiare la storia dei pionieri in Alaska e la nascita della cittadina di Ketchikan. Vediamo un minatore, un taglialegna, un pescatore, un pilota, un nativo, una signora insieme a una figura storica, quella del capo Tlingit Chief Johnson che ci ricorda che il suo popolo fu il primo a raggiungere quella che si dice essere stata la prima città dell’Alaska.


Welcome to Alaska’s 1st City Ketchikan, The Salmon Capital of the World
Non può mancare una foto sotto a questa iconica insegna che è molto bella e caratteristica, purtroppo in una strada piuttosto trafficata.

Creek Street
Raggiungiamo quindi la suggestiva Creek Street, una pittoresca strada che si snoda su palafitte di legno tra negozi e ristoranti, facente parte del National Register of Historic Places dal 2014. Molto interessante il fatto che su diversi edifici vi siano delle targhe che ricordano la loro funzione nel corso del tempo oltre a curiosità e informazioni sulla storia di Ketchikan. Dal 1903 al 1954 questa è stata la sede del quartiere a luci rosse cittadino quando i bordelli erano stati banditi dal centro per cui era necessario trovare per loro una nuova area.

Ci divertiamo a scovare salmoni nel torrente che passa proprio al di sotto.


Married Man’s Trail
Proprio da Creek Street si può imboccare questo famoso sentiero che si dice un tempo servisse ai frequentatori dei bordelli per allontanarsi dal quartiere a luci rosse senza essere visti.
Ovunque ci sono segnalazioni sulla presenza di orsi, per cui preferiamo non avventurarci oltre.


Dolly’s House
Uno dei bordelli più famosi era proprio questo, la Dolly’s House che oggi è adibito a museo.
Molto simpatica la signora che impersona Dolly Arthur, che un tempo gestiva gli affari del bordello, un personaggio interessante che pare nascondesse i liquori nel suo armadio durante il periodo del proibizionismo e che ha vissuto in questo edificio al numero 24 di Creek Street fino agli anni settanta, prima di trasferirsi in una casa di cura per motivi di salute.

Qui fuori vediamo moltissime aquile di mare testabianca, l’uccello simbolo degli Stati Uniti d’America.
Stedman Bridge
Ci allontaniamo dalla bella Creek Street attraverso lo Stedman Street Bridge, un breve ponte in acciaio dal quale godere di una bella vista sull’ex quartiere a luci rosse.
Eagle Park (Thundering Wings)
Un’ultima sosta fotografica davanti a Thundering Wings, una bella scultura intagliata nel legno di cedro, proprio davanti al Downtown Tunnel. Quest’opera dell’artista Nathan Jackson richiama le origini del nome Ketchikan che i nativi Tlingit chiamavano “Kitchsk-hin” ovvero la corrente del Kitchsk. La pronuncia di questa parola richiamava quella di un’altra frase Tlingit traducibile come “Thundering Wings of an Eagle” che secondo molti è all’origine del nome di Ketchikan.

Ancora del tempo per dedicarci all’acquisto degli ultimi souvenir dall’Alaska, prima di risalire a bordo e recarci sul ponte più alto della nave per salutare questo magnifico territorio dell’Ultima Frontiera prima di ripartire alla volta dell’Inside Passage che ci porterà a destinazione, in Canada.
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Conoscevi questa cittadina? Ti piacerebbe visitare l’Ultima Frontiera? Fammelo sapere nei commenti!
