Durante una bellissima fiera dedicata a tutto ciò che riguarda l’Oriente, un grandissimo evento culturale dedicato all’arte, alla musica, alla danza e alla gastronomia tra Vicino, Medio ed Estremo Oriente, ci siamo imbattuti in uno show dei gypsies del Rajasthan.

Al Festival dell’Oriente di Carrara abbiamo visto, tra i vari spettacoli interessanti e originali, anche un’esibizione di danza da parte di un gruppo di gypsies dell’affascinante stato indiano del Rajasthan. Lo show ci ha incuriosito così tanto che ho pensato di approfondire questo mondo per me sconosciuto (almeno fino a questo momento!).

Il Rajasthan in India

Dobbiamo innanzitutto volare virtualmente (da Carrara) fino al Rajasthan, uno degli Stati indiano più grandi, più visitati e più affascinanti! Qui si trovano le suggestive città di Jaipur, Jaisalmer, Jodhpur e Udaipur, ciascuna associata a un colore a causa delle tinte dei suoi edifici: Jaipur soprannominata la città rosa, Jaisalmer la città d’oro, Jodhpur la città blu, Udaipur è invece la città bianca.

Una terra regale, ricca delle dimore in cui vivevano i maharajah, una terra di contrasti tra le classi sociali più agiate e gli intoccabili fuori casta, una terra di monumenti patrimonio Unesco, come il forte di Amber di Jaipur, una terra popolata da animali esotici come elefanti, dromedari e le tigri della riserva di Ranthambore, l’immenso deserto del Thar.

I gypsies del Rajasthan

Proprio nel Rajasthan, in questa regione indiana tanto magica e affascinante, incontriamo diversi gruppi gypsies, gruppi di nomadi senza fissa dimora che vivono al di fuori dei villaggi e che rispondono ai nomi di Banjara, gruppo diffuso anche nel resto del territorio indiano.

Un altro gruppo di gypsies è invece quello dei Domba, famosi per i loro coloratissimi abiti, i monili e i numerosi bracciali che vivono ai livelli più del sistema castale indù.

Del gruppo dei Bopa fanno parte per esempio musicisti e cantanti, mentre i gypsies Kalbeliya sono ballerini e incantatori di serpenti, che erano soliti esibirsi presso le corti dei maharajah.

I nomadi Kalbeliya

In Fiera abbiamo assistito proprio a questo tipo di danza, che ormai è possibile vedere durante eventi di vario genere e di fronte a pubblici eterogenei, ma fino a pochi anni fa le donne Kalbeliya si esibivano soltanto in specifiche occasioni e per membri della propria comunità perché era proibito danzare per gli estranei per preservare il proprio onore.

La danza Kalbeliya

Dal 2010 le musiche e le danze folkloristiche del gruppo di gypsies Kalbeliya è entrato a far parte dei Patrimoni dell’umanità Unesco, come patrimonio immateriale.

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Vedere danzare queste donne gypsies è davvero affascinante: indossano lunghe gonne nere svolazzanti e danzano imitando i movimenti del serpente (un tempo infatti questi nomadi erano noti come incantatori di serpenti!) mentre gli uomini si dedicano all’accompagnamento musicale, mediante strumenti a percussione e a fiato. Man mano che lo spettacolo prosegue entrando nel vivo della performance, il ritmo della musica diventa sempre più veloce e incalzante, così come quello della danza.

Con le canzoni vengono narrati numerosi episodi della mitologia e del folklore…si dice che vengano addirittura improvvisate, dimostrando quindi una grande competenza e capacità nella composizione dei testi! Canti e musiche vengono poi tramandati oralmente, andando a contribuire alla formazione di un’identità forte che si adatta a nuovi stili di vita e differenti contesti.

Gli abiti di tutti sono arricchiti da gioielli in argento, ricami intricati e piccoli specchietti. Le foto qui sotto non raffiguraro una danzatrice kalbelya, ma una danzatrice di uno spettacolo al quale abbiamo assistito in India nei pressi di Khajuraho nello stato del Madhya Pradesh…però mi piacevano molto lo stile e l’abbigliamento, quindi ho pensato potesse essere in ogni caso un’immagine appropriata.

E tu conoscevi questo tipo di danze? Avevi mai sentito parlare dei gypsies del Rakasthan? Fammelo sapere nei commenti!

Author

Nata a Pisa nel 1990, nella stessa città mi sono laureata in Studi Internazionali e attualmente vivo, lavoro e ho sposato Dario. Amo i giochi da tavolo con gli amici, leggere, scrivere, cucinare piatti etnici, oltre che viaggiare, vicino e lontano: la mia più grande passione.

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