La Chiesa della Santissima Trinità di Saccargia si trova a 50 chilometri da Alghero, 40 da Porto Torres e 18 da Sassari. Ci siamo fermati a visitare questa Chiesa incontrata praticamente per caso, sulla strada che va da Porto Torres ad Alghero, passando per Sassari. La Chiesa si trova proprio a lato della strada, alta, imponente e bellissima, non si può non vedere.

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Visitare la Chiesa di Saccargia

Siamo stati in un afosissimo mese di luglio, quando l’erba della piana circostante era tutta gialla bruciata dal sole cocente, facendo paradossalmente risaltare ancora di più la maestosità della chiesa alta 14 metri, esaltando la bicromia del calcare chiaro e del basalto scuro.

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Che bella sorpresa quando, scesi dall’auto parcheggiata nel piazzale di fronte, abbiamo scoperto che era aperta e si poteva visitare l’interno. Avevamo un po’ di tempo a disposizione prima che il nostro traghetto partisse, quindi abbiamo deciso di approfittarne. Si entra dall’ingresso laterale dove si trova il negozio di souvenir dove si paga anche il biglietto di ingresso di 3 euro e si può finalmente accedere agli interni.

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La navata della chiesa di Saccargia

Abbiamo scoperto di essere entrati in un gioiello inestimabile! E pensare che non ne avevamo proprio idea, eravamo soltanto di passaggio e non avevamo nemmeno avuto il tempo di indagare troppo sulle eventuali soste da fare lungo la strada. A nostra discolpa devo dire che abbiamo avuto meno di un weekend a disposizione, arrivati in Sardegna per partecipare a un matrimonio! (in questo weekend siamo anche riusciti ad andare alla spiaggia La Pelosa, scopri qui le info)

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Le origini del nome

La Basilica della Santissima Trinità si trova nel comune di Codrongianos nel nord-ovest dell’isola ed è in stile romanico pisano, una delle chiese medievali più belle dell’intera Sardegna! Il nome Saccargia deriva dal nome medievale Sacraria e non dall’espressione sarda logudorese “s’acca argia” che significa “la vacca dal pelo macchiato” come erroneamente creduto. Si raccontava infatti che ogni giorno una vacca raggiungeva il monastero per offrire il latte ai frati e inginocchiarsi in preghiera.

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La costruzione della Chiesa

Il giudice Costantino I di Torres fece erigere questa chiesa sulle rovine di un monastero preesistente quando il suo voto alla Madonna di avere un figlio dalla moglie fu esaudito con la nascita dell’erede Gonario II. L’edificio fu così completato nel 1116 e affidato ai monaci Camaldolesi.

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La struttura interna

L’impianto è a croce commissa con un’unica navata che termina con un transetto a tre absidi. I bracci del transetto presentano volte a crociera, sui quali si aprono due cappelle. Nella chiesa sono riconoscibili due fasi costruttive: quella originaria e una seconda fase in cui l’aula è stata sopraelevata e prolungata verso occidente, le pareti innalzate ed è stata ricostruita la facciata.

 
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La pittura murale romanica

I lavori furono eseguiti da maestranze di scuola pisana e lucchese, mentre alla fine del XII secolo l’abside centrale fu affrescata da un ignoto artista dell’Italia centrale, un’opera molto importante dal momento che è l’unico esempio di pittura murale romanica rimasto in Sardegna.

Si vedono il Cristo con serafini, angeli e arcangeli, mentre nel semicilindro absidale troviamo tre fasce: nella prima la Madonna orante con i santi, nella mediana alcune scene della vita di Cristo, nella base un finto velario.

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Nell’abside destra si trova invece il Retablo minore di Saccargia, opera del Maestro di Castelsardo, databile attorno al 1492.

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L’interno della chiesa è semplice e cupo, e gli affreschi, per le loro dimensioni e i loro colori, la riempiono di luce e bellezza. Gli altoparlanti nella chiesa, mentre stavamo girando per gli interni, diffondevano musica a tema, rendendo la nostra visita ancora più suggestiva. Un bel contrasto con il caldo che ci aspettava all’uscita.

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Il portico a capanna

Tornando all’esterno, la facciata a tre ordini è preceduta da un portico con il tetto a capanna, aperto da tre archi a tutto sesto sul fronte e due su ciascuno dei lati. Il portico contiene sette archi che poggiano lateralmente su pilastri e semipilastri, al centro su colonne con capitelli riccamente decorati da quattro mostruose figure alate. Sulla cornice del pilastro sinistro sono scolpiti dei bovini accovacciati, in riferimento alla leggenda.

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Il campanile

Il campanile quadrangolare alto 40 metri è comunicante con l’interno. Intorno e sul retro della chiesa invece si possono ancora vedere le rovine del chiostro e di altri edifici.

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Curiosità: la domenica successiva alla Pentecoste si celebra la Trinità di Saccargia con riti religiosi e spettacoli…deve essere davvero meraviglioso visitare la Chiesa in questa occasione! A pochi passi dalla chiesa si trova anche un ristorante.

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Author

Nata a Pisa nel 1990, nella stessa città mi sono laureata in Studi Internazionali e attualmente vivo, lavoro e ho sposato Dario. Amo i giochi da tavolo con gli amici, leggere, scrivere, cucinare piatti etnici, oltre che viaggiare, vicino e lontano: la mia più grande passione.

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