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Durante una splendida crociera MSC nel Mar dei Caraibi iniziata con l’esplorazione di Miami (leggi anche Miami South Beach, sole, spiagge e sport), la nostra nave fa tappa per un giorno alle Isole Vergini Americane (U.S.V.I) nella piccola isola di Saint Thomas il cui capoluogo, Charlotte Amalie, ci accoglie in un’assolata mattina di fine agosto.
Le U.S. Virgin Islands sono un territorio non incorporato degli Stati Uniti d’America e sono un arcipelago di ben 53 isole vulcaniche nel Mar dei Caraibi! Le più conosciute e visitate sono Saint Thomas, Saint John e Saint Croix dove vive la maggior parte della popolazione che ha la cittadinanza americana.
Indice dei contenuti
La storia in breve
Curioso sapere che la definizione di Isole Vergini fu assegnata da Cristoforo Colombo in onore di Sant’Orsola e delle sue seguaci vergini, durante il suo secondo viaggio in America nel 1493, quando le isole erano abitate da varie tribù amerindie.
Nei secoli successivi arrivarono gli occupanti europei: spagnoli, inglesi, olandesi, francesi e danesi. Nel 1672 la Compagnia danese delle Indie Occidentali (Dansk Vestindien Kompagni) prese possesso di Saint Thomas e nei decenni successivi occupò Saint John e acquistò Saint Croix dalla Francia fino a creare nel 1754 la colonia danese di Jomfruøerne.
L’economia delle isole si resse per secoli sulla coltivazione della canna da zucchero, grazie al lavoro degli schiavi importati dall’Africa finché il governatore Peter von Scholten abolì la schiavitù nel 1848.
Durante la prima guerra mondiale gli Stati Uniti, che temevano un conflitto sottomarino con i tedeschi, chiesero alla Danimarca di poter acquistare le Isole Vergini. Il prezzo di vendita fu stabilito 25 milioni di dollari e gli statunitensi presero possesso delle isole il 31 marzo 1917.
Un giorno sull’isola
La nave attracca al molo alle 7 di mattina, ma noi siamo in piedi già da un pezzo! Sveglia alle 6, colazione alle 6,20, alle 6,45 siamo già pronti per scendere a terra. Insieme a noi, pochissimi altri mattinieri che non vogliono perdersi nemmeno un minuto in questa località.
Quando scendiamo, saliamo subito su di un taxi nel porticciolo, insieme a un’altra coppia conosciuta sul momento con la quale condividiamo la destinazione, la splendida spiaggia di Magen’s Bay. Questo ci permette di dimezzare il costo del tragitto in taxi che impiega circa una mezz’oretta per raggiungere la parte settentrionale dell’isola.
In spiaggia a Magen’s Bay
I servizi
Nei pressi della spiaggia, il tassista si ferma e ci chiede 5 dollari a persona per poter pagare l’ingresso all’area e scende dal mezzo per corrispondere la cifra a un funzionario. Sì perché questa spiaggia viene gestita da una società che chiede il pagamento di un costo di ingresso per poter sostenere i costi di pulizia e manutenzione dell’arenile e delle zone adiacenti, ricche di palme da cocco e mangrovie.
Sono presenti infatti alcuni servizi: toilette, docce, bagnino, parcheggio e sono a disposizioni attrezzature da noleggiare: kayak, sup, lettini, ombrelloni, maschera e boccaglio per lo snorkeling…
Sulla spiaggia si trovano anche un negozio di souvenir e uno snack bar dalle cui grandi dimensioni ci facciamo un’idea di quella che sarà l’affluenza turistica nel corso della giornata 🙂 Pranziamo proprio qui, dividendo una bella pizza con due coppie di amici che ci hanno raggiunto in spiaggia.
Relax e tranquillità
Sulla spiaggia ci sono diverse zone di ombra naturale regalata dalla vegetazione ed essendo arrivati così presto al mattino, riusciamo a usufruirne in serenità senza bisogno di noleggiare niente.
Fare questa levataccia ne è valsa davvero la pena: troviamo una baia enorme semi deserta con una decina di persone in totale.
Il mare è perfettamente calmo, l’acqua è tiepida e limpida, facciamo subito un bel tuffo, poi una passeggiata lunga tutta la baia dove ci divertiamo a vedere i cormorani tuffarsi per catturare il pesce, poi nuotiamo di nuovo…è più il tempo trascorso in acqua di quello stesi sull’asciugamano! Prendiamo il sole, cullati dal rumore del mare.
Durante una di queste nuotate, prima che la spiaggia venga invasa dai turisti, riusciamo anche a vedere delle tartarughe marine, molto vicine a riva! Proprio una bella sorpresa. Per il resto, lo snorkeling è piacevole anche se non sono presenti molti pesci degni di nota.
Attenzione alla crema solare!
Importante far presente che alle Isole Vergini Americane sono proibite le creme solari che contengono le cosiddette “Toxic 3 Os” (oxybenzone, octinoxate, octocrylene) perché possono danneggiare l’ecosistema marino. Le uniche creme solari delle quali è permesso l’utilizzo sono quelle contenenti ossido di zinco e biossido di titanio.
Rientro in bus
Ormai la nostra bella baia tranquilla e riservata è stata presa d’assalto da turisti e crocieristi, dalle 11 del mattino in poi si sentono ormai solo voci, rumori e musica, veniamo accerchiati dagli asciugamani e dalla confusione.
Il mare è sempre calmo e splendido, però l’atmosfera è radicalmente cambiata e non è proprio paragonabile a quanto abbiamo trovato davanti a noi alle 7,30 del mattino!
Cogliamo l’occasione per ripartire dopo pranzo, in teoria con lo stesso taxi che ci aveva accompagnato all’andata e con il quale avevamo fissato anche l’orario di partenza per il ritorno in città. Taxi che purtroppo non si presenta.
Poco male, ci sono numerosi bus locali scoperti che fanno la spola tra questa spiaggia e la cittadina di Charlotte Amalie e saliamo a bordo di uno di questi, dove ci viene chiesto se vogliamo scendere al porto o in città, sosta che scegliamo di fare.
Charlotte Amalie, a passeggio nella capitale di Saint Thomas
Fort Christian
Il bus navetta ci lascia di fronte al Fort Christian, dove si trova anche un bel mercatino pieno di stand e bancarelle di souvenir e artigianato locale dove facciamo alcuni acquisti.
Non abbiamo molto tempo a disposizione per esplorare la cittadina, cerchiamo di vedere i punti principali in una veloce passeggiata che comincia per l’appunto dal Fort Christian, un forte costruito tra il 1672 e il 1678 dai Danesi-Norvegesi come roccaforte difensiva divenuta successivamente sede amministrativa. Il suo nome riprende quello del re Cristiano V di Danimarca.
Attualmente ospita il Museo di Saint Thomas che contiene manufatti artistici risalenti proprio a quel primo periodo di occupazione dell’isola. Negli anni settanta gli Stati Uniti gli hanno attribuito la classificazione di Historic Landmark, per la sua importanza a livello storico.
Blackbeard’s Castle
Ecco un altro Historic Landmark che si può incontrare nel capoluogo di Saint Thomas: il Castello di Barbanera (Blackbeard’s Castle). Fu eretto dai Danesi nel 1679, praticamente nello stesso periodo di Fort Christian, anche questo per scopo difensivo, come torre di guardia. La sua posizione è strategica: si trova infatti nel punto più alto di Government Hill, dal quale era possibile godere di un’ottima visuale delle navi in avvicinamento nella baia di Saint Thomas.
Il nome originario Skytsborg Tower lasciò il posto a quello di Blackbeard’s Castle quando il celeberrimo pirata Edward Teach, alias Barbanera, ne fece una torre di avvistamento durante le sue scorribande nel Mar dei Caraibi.
Negli ultimi anni è stato trasformato in hotel insieme agli edifici circostanti, ma la torre è stata pesantemente danneggiata dagli uragani abbattuti sull’isola pochi anni prima della nostra visita per questo non siamo riusciti, non solo a visitarlo, ma neppure a vederlo, circondato come era dalle impalcature.
Three Queens Fountain
Poco distante si trova la Three Queens Fountain costruita in memoria delle tre “regine” Mary Thomas, Agnes Salomon e Matilda McBean, le organizzatrici della rivolta Fireburn del 1878.
Questa famosa rivolta riguardò i lavoratori dell’isola di Saint Croix, un’altra isola facente parte dell’attuale arcipelago delle Isole Vergini Americane che all’epoca era invece parte delle Indie Occidentali dipendenti dalla Danimarca. Dopo diverse giornate di incendi e saccheggi, la ribellione fu repressa dalle autorità e le leader mandate in prigione in Danimarca.
Hotel 1829
Arriviamo adesso a un altro edificio di interesse storico dal grande fascino, si tratta dell’ Hotel 1829 che in origine era la dimora di un abbiente commerciante francese. Il 1829 del suo nome si riferisce proprio all’anno della sua costruzione.
Al piano terra dell’edificio si trova un cortile caratterizzato da una bella scalinata che incornicia sui due lati la cosiddetta Amber Waterfall, una pregevole lastra sulla quale sono state incastonate oltre 12.000 gemme di ambra. Al piano primo si trova invece il Bar 1829, una ristrutturazione dell’originale, dove ci si può sedere per un cocktail mentre al secondo piano dell’edificio si trova il Rumpourium, un ambiente nel quale è possibile conoscere i processi di lavorazione del rum ed effettuare degustazioni di rum,
Purtroppo abbiamo trovato chiuso questo edificio così interessante e particolare.
99 steps
Proprio accanto all’Hotel 1829 si trova una scalinata composta da 99 gradini (99 steps), anche in realtà sembra che siano 103, la cui particolarità è il materiale utilizzato per la costruzione. Sono stati utilizzati infatti i mattoni che le navi d’alto bordo provenienti dall’Europa trasportavano in stiva per mantenere il giusto peso e il giusto equilibrio durante la navigazione transoceanica. Una volta raggiunto poi il Nuovo Mondo, i mattoni venivano scaricati per lasciare il posto alle merci da commerciare e riportare via nave nel Vecchio Continente.
Government House
A questo punto ci imbattiamo nello splendido edificio neoclassico della Government House, una palazzina su 3 livelli che risalta per il suo colore bianco e per le sue balconate ricche di intarsi.
Fu costruita tra il 1865 e il 1867 rispecchiando in pieno lo stile coloniale danese…ho davvero adorato la sua architettura e la piccola guardiola rossa a lato dell’ingresso! Quando siamo arrivati era già chiuso, anche se in ogni caso è visitabile solamente la parte esterna.
Dopo aver concluso questa bella passeggiata nel centro di Charlotte Amalie, siamo tornati a piedi al molo per imbarcarci sulla nave in partenza verso nuove mete!
Leggi Attraverso il Mar dei Caraibi, una settimana di crociera per scoprire come è proseguito il nostro itinerario!
Leggi anche Old San Juan, 1 giorno a Puerto Rico
Leggi anche Sint Maarten: 1 giorno alle Antille tra spiagge e aerei
La nostra destinazione finale sarà nuovamente Miami, dove faremo un’indimenticabile escursione tra le paludi delle Everglades (leggi la nostra esperienza nell’articolo Everglades, in airboat tra le paludi della Florida).
Conoscevi la storia dell’isola di Saint Thomas? Ti piacerebbe fare una crociera ai Caraibi? Fammelo sapere nei commenti!
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