Ecco di seguito un post che conferma la mia fissazione nel voler dare a ogni cosa il nome giusto! Qui si parla di abbigliamento e delle famose sciarpe da avvolgere intorno al collo o alla testa…che si tratti di pashmina o di kefiah o di khroma (mai sentito parlare di questo lembo di stoffa cambogiano? Somiglia moltissimo alla kefiah!) è importante chiamare ognuna col nome corretto. Nel blog, tra i tanti articoli che approfondiscono dilemmi amletici come questo, ce ne è anche uno con le differenze tra lama, alpaca, guanaco e vigogna!

La khroma

La khroma è un accessorio di abbigliamento tradizionale cambogiano, si tratta di una larga e robusta sciarpa o scialle che può avere i più svariati utilizzi! Girando per la Cambogia, si possono incontrare persone che la indossano come bandana, che la usano per coprire il viso mentre lavorano, che la utilizzano per trasportare pesi o a scopo puramente ornamentale, semplicemente annodata sui fianchi.

È utilizzata da uomini e donne di ogni età, anche noi in Cambogia abbiamo utilizzato la nostra khroma rossa come fazzoletto intorno al collo! Appena entrati nella nostra stanza di hotel a Siem Reap, nella splendida cornice del Borei Angkor, uno degli hotel più belli dove sia mai stata, abbiamo trovato ad aspettarci delle khrome in omaggio, contenute in un astuccio di foglie di bambù intrecciate.

Può essere in cotone o seta e la sua trama più comune è il vichy, di solito in rosso o blu. I Khmer rossi la utilizzarono in colore rosso come parte della loro divisa, mentre ne facevano indossare una azzurra a chi ritenevano nemico della rivoluzione.

La kefiah

La kefiah invece è un copricapo tradizionale della cultura araba e mediorientale, specialmente diffuso negli ambienti agricoli. La probabile origine del nome kefiah deriva dalla città di Kufa, un’antica città della Mesopotamia che appartiene all’odierno Iraq. Il copricapo può essere chiamato “ghutra” in Arabia Saudita e Bahrein, ma anche “hatta” o “shemagh”, mentre nella regione curda della Turchia viene conosciuto col nome di “pushi o poshu”. 

In genere la kefiah è fatta di seta, cotone o lana, a scacchi neri e bianchi, ma se ne possono trovare anche di rosse e bianche. Viene indossata come copricapo a triangolo sulla testa, di modo che un lato ricada sulla nuca e gli altri due sulle spalle. A volte viene indossata anche una fascia di cotone intrecciato (“egal”) che serve a mantenere la kefiah stabile attorno alla fronte.

Negli anni ’30 la kefiah è diventata simbolo del patriottismo palestinese e in seguito associata a Yaser Arafat che era solito indossarla.

La pashmina

La parola pashmina deriva dal persiano “pashm” che significa “lana”. Viene infatti intessuta con il pelo della Capra Hircus che vive sull’Himalaya, permettendo così di ottenere un prodotto tessile pregiatissimo

I primi riferimenti scritti si trovano in alcuni scritti indiani del III secolo a.C., ma il vero inizio della sua produzione e commercializzazione è da riferirsi a Zayn-ul-Abidin, il signore del Kashmir che nel XV secolo introdusse tessitori dall’Asia centrale per la lavorazione. La produzione è stata poi incentivata dall’appoggio dei Moghul e inizialmente per pashmina si intendeva lo scialle dei maharaja ottenuto usando solo il sottovello della parte del collo delle capre.

Il termine cominciò a venire utilizzato anche in Europa a partire dal XIX secolo, con l’avvio delle esportazioni. In realtà la pashmina era conosciuta già in tempi più antichi, per la sua bellezza e versatilità: si dice che ne possedesse una anche Maria Antonietta d’Asburgo!

In India vengono prodotti tuttora dei caldissimi scialli di pashmina e noi stessi ne abbiamo acquistati numerosi! Possiedi qualcuno di questi prodotti? Avevi sentito parlare di tutti? Conoscevi le differenze? Fammelo sapere nei commenti!

Author

Nata a Pisa nel 1990, nella stessa città mi sono laureata in Studi Internazionali e attualmente vivo, lavoro e ho sposato Dario. Amo i giochi da tavolo con gli amici, leggere, scrivere, cucinare piatti etnici, oltre che viaggiare, vicino e lontano: la mia più grande passione.

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