L’Abbazia di Vallombrosa si trova nel comune di Reggello, in provincia di Firenze. Fu San Giovanni Gualberto a gettare le basi dell’Abbazia e dell’ordine monastico: nato all’interno di un’importante famiglia fiorentina, dopo l’anno Mille si ritirò in un luogo chiamato Acquabella sul Pratomagno, predicando una riforma monastica.
Con l’obiettivo del rinnovamento della Chiesa cattolica, San Giovanni Gualberto predicò il ritorno alla povertà evangelica e la lotta contro la simonia, portando all’istituzione della congregazione dei Vallombrosani.
La storia dell’Abbazia
La struttura dell’Abbazia di Vallombrosa è passata attraverso una lunga storia di incendi, ricostruzioni, ampliamenti e ristrutturazioni, fino ad arrivare, nella prima metà del Settecento, al complesso di edifici in forma attuale. Oggi infatti il complesso dell’Abbazia comprende la Chiesa, il Monastero, il Chiostro…al quale furono aggiunti anche una torre difensiva e il laghetto per la pesca. Durante il periodo napoleonico la struttura fu abbattuta ed è solo dopo la Seconda guerra mondiale che i monaci sono riusciti a tornare a Vallombrosa.
L’Abbazia si trova immersa in un parco splendido dove si possono ammirare i suggestivi colori della vegetazione. Situata tra il Valdarno e le foreste casentinesi, Vallombrosa non è da meno, una meta perfetta per osservare il foliage nella stagione autunnale. Proprio in un assolato e tiepido sabato di fine ottobre abbiamo deciso di raggiungere l’Abbazia per fare una passeggiata nei suoi dintorni.
La nostra passeggiata a Vallombrosa
Prima di tutto, una tappa è d’obbligo nell’Antica Farmacia dei Monaci Vallombrosani, che contiene una vasta scelta di tisane alle erbe, miele con i più svariati ingredienti, caramelle balsamiche. Tutti questi prodotti si trovano in vendita all’interno del piccolo e ben fornito negozio, dove ovviamente abbiamo fatto la nostra parte: una ottima tisana alle erbe raccolte proprio in questo territorio.
Poi è cominciata la nostra bella passeggiata nei boschi circostanti. Abbiamo cominciato costeggiando il lato sinistro dell’Abbazia per salire lungo la Scalinata del Calvario, seguendo un percorso in leggera salita costeggiato da diverse cappelle e tabernacoli. Questo tratto ci ha condotto al cosiddetto “Paradisino”, il luogo isolato e appartato dove un tempo i monaci si ritiravano per pregare immersi nel silenzio.
Il Faggio Santo
La passeggiata è proseguita lungo il perimetro dell’Abbazia dove abbiamo incontrato il maestoso Faggio Santo.
Si racconta che San Giovanni Gualberto trascorse una notte di tempesta sotto questo faggio che ha allargato i suoi rami e fatto crescere anticipatamente le sue foglie proprio allo scopo di riparare il Santo dalle intemperie. Anche se questo faggio non è più quello di mille anni fa, sembra che si tratti comunque di un suo robusto e longevo discendente, successivamente rinato dallo stesso ceppo.
Curioso notare che ancora oggi questo faggio è il primo a mettere le foglie e l’ultimo a perderle in autunno, come la leggenda narra! Fu proprio grazie a questo episodio, interpretato dal Santo come un segno divino, che San Giovanni Gualberto, diventato poi patrono dei forestali d’Italia, decise di fermarsi nel bel bosco di Vallombrosa.
Ritrovarsi di fronte questo albero mette davvero in soggezione: è imponente, maestoso e bellissimo. La sua chioma in autunno era ancora folta rispetto agli altri alberi che lo circondavano, ci ha trasmesso davvero un senso di forza e imperturbabilità. Chissà da quanti anni si trova nel suo bel bosco osservando in pace il tempo che fugge! Personalmente, sono proprio affascinata da alberi così grandi e non resisto alla tentazione di toccare e se possibile abbracciare il loro tronco (ho scoperto che si chiama silvoterapia e fa anche benissimo alla salute!)
Conoscevi questo luogo? Hai mai visto un albero secolare? Dove si trova? Fammi sapere nei commenti!
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