L’Abbazia di Vallombrosa si trova nel comune di Reggello, in provincia di Firenze. Fu San Giovanni Gualberto a gettare le basi dell’Abbazia e dell’ordine monastico: nato da un’importante famiglia fiorentina, dopo l’anno Mille si ritirò in un luogo chiamato Acquabella sul Pratomagno, predicando una riforma monastica. Con l’obiettivo del rinnovamento della Chiesa cattolica, predicò il ritorno alla povertà evangelica e la lotta contro la simonia, portando all’istituzione della congregazione dei Vallombrosani.

La struttura dell’Abbazia è passata attraverso una lunga storia di incendi, ricostruzioni, ampliamenti e ristrutturazioni, fino ad arrivare all’attuale complesso di edifici a partire dalla prima metà del Settecento che comprendono la Chiesa, il Monastero, il Chiostro…al quale furono aggiunti anche una torre difensiva e il laghetto per la pesca. Durante il periodo napoleonico la struttura fu abbattuta ed è solo dopo la Seconda guerra mondiale che i monaci sono riusciti a tornare a Vallombrosa.


L’Abbazia si trova immersa in un parco splendido dove si possono ammirare i suggestivi colori dell’autunno. Tra il Valdarno e le foreste casentinesi, Vallombrosa non è da meno.
La nostra passeggiata a Vallombrosa
Dopo aver acquistato qualche prodotto nell’Antica Farmacia dei Monaci Vallombrosani, tisane di erbe, miele, caramelle balsamiche all’interno del piccolo e ben fornito negozio, si può fare una bella passeggiata intorno cominciando a costeggiare il lato sinistro dell’Abbazia per salire lungo la Scalinata del Calvario, un percorso in leggera salita costeggiato da diverse cappelle e tabernacoli. Questo conduce al “Paradisino” dove un tempo i monaci si ritiravano per pregare immersi nel silenzio.





La passeggiata prosegue lungo il perimetro dell’Abbazia dove si incontra il maestoso Faggio Santo.

Si racconta che San Giovanni Gualberto trascorse una notte di tempesta sotto questo faggio che ha allargato i suoi rami e fatto crescere anticipatamente le sue foglie proprio allo scopo di ripararlo dalle intemperie. Anche se questo faggio non è più quello di mille anni fa, sembra che si tratti comunque di un suo discendente, rinato dallo stesso ceppo.
Ancora oggi questo faggio è il primo a mettere le foglie e l’ultimo a perderle in autunno. Proprio grazie a questo episodio, interpretato dal Santo come un segno divino, San Giovanni Gualberto, patrono dei forestali d’Italia, decise di fermarsi nel bel bosco di Vallombrosa.



