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L’oasi di Siwa, 2 giorni nel deserto egiziano

L’oasi di Siwa è una delle cinque oasi che fanno parte del deserto occidentale egiziano, insieme a Bahariya, Farafra, Dachla e Kharga e si trova sull’estremità più occidentale, vicino al confine con la Libia, a trecento chilometri dal Mar Mediterraneo.

Durante il nostro soggiorno abbiamo pernottato presso un hotel indimenticabile, il Siwa Shali Resort, la cui struttura e colori si integrano perfettamente nell’ambiente naturale che lo circonda. Siamo stati a Siwa soltanto un paio di giorni, come tappa di un tour delle oasi, ma abbiamo davvero apprezzato le sue attrattive (nonostante il caldo estremo di luglio e le temperature oltre i 40°!).

Tuti i colori di Siwa

Si tratta di un’oasi ricca d’acqua che riesce a rendere la sua natura verde e rigogliosa, ricca di ulivi e altissime palme che la circondano producendo grandi quantità di olive e datteri di qualità. I colori delle chiome degli alberi creano un forte contrasto con l’ocra della sabbia del deserto e l’azzurro intenso del cielo…il panorama di Siwa sembra una cartolina!

Il panorama dalla Mountain of the Dead

Cosa vedere a Siwa

Qui si trova anche la Piscina di Cleopatra, una pozza in pietra alimentata da una sorgente naturale di acqua calda dove si dice abbia fatto il bagno anche Cleopatra.

Gli oltre quindicimila abitanti parlano ancora un dialetto berbero e vivono intorno alla parte vecchia della città che prende il nome di Shali, una suggestiva cittadella costituita da edifici che richiedono una grande manutenzione in quanto sono composti di materiali salini che si deteriorano per gli agenti atmosferici. Può capitare di vedere abitanti che si spostano ancora con il carretto trainato dal mulo.

Abbiamo visitato la città vecchia sia all’ora di pranzo che al tramonto ed è stato proprio questo l’orario che ho preferito, quando il cielo si è tinto di arancio regalando alle sagome di Shali delle sfumature straordinarie.

A Siwa si possono visitare i resti dell’oracolo dedicato ad Amon, il Dio del Sole degli egiziani. Sembra che all’oracolo si sia rivolto anche Alessandro Magno, ricevendo vaticini favorevoli. In molti sostengono che sia stato sepolto proprio a Siwa dopo la sua morte.

Sulla Montagna dei morti (Gabal Al Mawta) si trovano invece numerose tombe scavate nella roccia che si possono visitare, in parte risalgono all’epoca dei Faraoni, ma la montagna ha continuato a essere utilizzata come luogo di sepoltura fino all’epoca romana. Sembra che queste tombe siano scoperte per caso durante la seconda guerra mondiale, quando gli abitanti dell’oasi fuggirono sulla montagna per nascondersi.

L’oasi di Siwa è inoltre la base perfetta per avventurarsi nel deserto in quad o per partecipare a un rally a bordo di una jeep, scivolando su una sabbia sottile come talco, un’esperienza bellissima. Nelle vicinanze si trova l’Oasi di Bahariya, nota per il suo deserto nero e il deserto bianco…ti consiglio di leggere la nostra esperienza di viaggio!

Sapevi che in Tunisia esistono dei villaggi abbandonati, chiamati le oasi di montagna? In questo articolo racconto la nostra esperienza di viaggio. Sei mai stato nel deserto? Ti piacerebbe visitare un’oasi? Fammelo sapere nei commenti!

Di Stefania Dal Canto

Nata a Pisa nel 1990, nella stessa città mi sono laureata in Studi Internazionali e attualmente vivo, lavoro e ho sposato Dario. Amo i giochi da tavolo con gli amici, leggere, scrivere, cucinare piatti etnici, oltre che viaggiare, vicino e lontano: la mia più grande passione.

2 risposte su “L’oasi di Siwa, 2 giorni nel deserto egiziano”

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